Organizzazione dello Stato

Teoria dello Stato

Introduzione all’Organizzazione dello Stato

  • Questa teoria dello Stato prevede che l’intera struttura statale sia composta esclusivamente dai seguenti organismi governativi, senza alcuna eccezione.
  • Qualora si rendesse necessaria la creazione di un ulteriore gruppo di lavoro, esso dovrà essere formato all’interno di uno di questi organismi già esistenti, senza introdurne di nuovi.

Stato centrale

Governo

Detiene il potere esecutivo.

AttualeProposta
Premier11
Ministri e affini6510
Dipendenti2.300100

Parlamento

Detiene il potere legislativo.

AttualeProposta
Camere21
Deputati700500
Dipendenti2.200200

Enti locali

Vengono creati 50 Enti Locali composti da circa un milione di abitanti ciascuno.

Attualmente l’ente locale “Comune di Roma” amministra una popolazione di circa 3 milioni di persone. Pertanto, la creazione su tutto il territorio nazionale di 50 enti locali che amministrano un milione di abitanti ciascuno, renderà più efficiente l’amministrazione del territorio.

Gli Enti Locali si occupano dei servizi alla persona, esclusa la giustizia civile.

Gli enti locali saranno competenti di 4 dei 5 servizi ala persona, cioè di tutti ad esclusione di quello che ha valenza nazionale, cioè della giustizia civile, perché non può esserci una legislazione civile diversa in ogni ente locale.

Di seguito uno schema di confronto, riguardo gli enti locali statali.

AttualeProposta
Regioni200
Province1100
Comuni8.00050
municipi2.0000
comunità montane4.2000
circoscrizioni2.0000
Dipendenti enti locali1.400.000200.000

Governo locale

  • Ci sono 50 enti locali, ognuno con un suo governo locale che si occupa di un territorio con popolazione di circa 1 milione di abitanti.
  • Detiene il potere esecutivo.
1 Sindaco
4 Assessori
20 dipendenti

Assemblea locale

  • Assemblea locale di ognuno dei 50 enti locali che si occupa di un territorio con popolazione di circa 1 milione di abitanti.
  • Detiene il potere legislativo.
50 deputati
50 dipendenti

Sistema elettorale

Elettorato attivo e passivo

Occorre possedere i seguenti requisiti per poter votare e/o ricoprire una carica elettiva.

Possedere la cittadinanza italiana dalla nascita.

Possedere la cittadinanza è ovviamente necessario per poter esercitare il diritto di voto. E tale requisito deve ovviamente essere posseduto dalla nascita perché il voto permette di prendere decisioni sulla politica internazionale.
Permettere il voto a milioni di immigrati nati all’estero e con cittadinanza straniera, mette in pericolo l’esistenza stessa dello Stato e delle istituzioni democratiche.

Non essere in possesso di cittadinanza straniera.

Consentire la doppia cittadinanza significa consentire agli stranieri di votare per la politica economica ed internazionale dell’Italia e di amministrare la nazione nel caso si fosse eletti. Permettere agli stranieri di governare l’Italia non ha ovviamente alcun senso logico, oltre ad essere estremamente pericoloso per la sopravvivenza delle istituzioni democratiche e della sicurezza nazionale.
Il divieto di doppia cittadinanza viene ripreso dall’attuale legislazione giapponese.

Essere nati in Italia.

Con il voto si decidono questioni molto importanti anche riguardo la politica internazionale, pertanto appare illogico concedere tale potere a individui nati in altre nazioni, magari anche da cittadini stranieri.
Permettere il voto a milioni di immigrati nati all’estero e con cittadinanza straniera, mette in pericolo l’esistenza stessa dello Stato e delle istituzioni democratiche.

Essere residenti in Italia da almeno 5 anni.

Può votare in Italia chi ci vive. Sarebbe assurdo permettere di decidere come amministrare un luogo, a persone che non subiscono le conseguenze di tali scelte.

Aver compiuto 23 anni.

Concedere il voto a chi non lavora, non ha mai lavorato e potrebbe non possedere la maturità mentale necessaria, non solo è illogico, ma anche pericoloso, poiché tali individui avrebbero la possibilità di decidere riguardo risorse economiche che non hanno mai contribuito a generare, né direttamente né indirettamente.
Dato che il voto influisce su decisioni rilevanti in ambito politico ed economico, un approccio cautelativo sembra essere la decisione più ragionevole.
La presente teoria dello Stato prevede che entro 23 anni, gli individui siano entrati nel mercato del lavoro (vedere la pagina dedicata al sistema scolastico), pertanto è ragionevole ritenere che la medesima età sia sufficiente per decidere su come venga speso il proprio denaro versato in tasse.

Elezione del Governo

  • Ogni 4 anni il popolo vota per il Governo centrale.
  • Il partito politico che ottiene il maggior numero di voti esprime il Governo centrale.

Elezione del parlamento

  • Ogni 4 anni il popolo vota per il Parlamento centrale.
  • Il partito politico che ottiene il maggior numero di voti, nomina il 55% dei parlamentari (275 seggi).
  • I restanti 225 seggi (45% dei seggi) vengono ripartiti in modo proporzionale tra i partiti che hanno ottenuto almeno il 10% delle preferenze.

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